Assertività e relazioni interpersonali

Le ricerche hanno ampiamente dimostrato che nel cervello umano le emozioni positive favoriscono reazioni a cascata tali da attivare il sistema immunitario . Al contrario gli stati di depressione emotiva portano ad un’inibizione della risposta immunitaria. Pertanto il tono emotivo delle nostre relazioni, nonché il modo con cui entriamo in contatto con gli altri, assumono una rilevanza inimmaginabile. Il coinvolgimento prolungato in una relazione conflittuale porta a picchi improvvisi di ormoni dello stress, tali da danneggiare alcuni geni preposti al controllo delle cellule che combattono i virus. Rapporti sociali che accentuano le sensazioni positive e limitano quelle negative sembra abbassino il cortisolo (ormone dello stress) e stimolano la funzionalità del sistema immunitario.

Talvolta le persone riportano le loro difficoltà interpersonali riferendo di provare ansia, tristezza o disagio nell’ impossibilità di esprimere i propri sentimenti, le proprie idee in modo soddisfacente e socialmente efficace.

Sarà sicuramente capitato a tutti che in seguito ad una discussione con una persona, non si sia espresso o si sia espresso solo parzialmente il proprio punto di vista ed aver pensato in seguito <<Accidenti, avrei voluto dire così… la prossima volta farò diversamente>>. In questo caso potremmo dire che il nostro comportamento è stato passivo. Altre volte in seguito ad una discussione, siamo a disagio con noi stessi per aver risposto troppo duramente, in questo caso potremmo dire che il nostro comportamento è stato aggressivo.

Il comportamento passivo è quello di una persona che mette da parte le proprie esigenze, i propri diritti ed anche i propri doveri per esaudire quelli altrui, teme e dipende dal giudizio dell’altro e ritiene gli altri migliori di sè. Il comportamento aggressivo è tipico di colui che calpesta i diritti altrui, ritiene di essere sempre nel giusto ed è svalutante nei confronti dell’altro.

Tra questi due poli si trova il comportamento assertivo, che può essere definito come un bilaciamento ottimale tra un atteggiamento passivo e uno aggressivo.

Sanavio (2004) descrive l’assertività come la capacità di far valere i propri diritti rispettando quelli degli altri, attraverso una comunicazione chiara, diretta ed al tempo stesso coerente e completa sul piano verbale e non verbale.

Con alcune differenze tra i diversi studiosi, si ritiene che gli elementi costitutivi dell’assertività siano:

  • difesa dei propri diritti, questo implica anche la capacità di rifiutare richieste;

  • assertività sociale, come la capacità di iniziare, continuare e portare a termine le interazioni sociali, possibilmente con facilità e sentendosi a proprio agio;

  • espressione dei propri sentimenti, implica la capacità di comunicare sentimenti “positivi” e “negativi” alle altre persone;

  • assertività di iniziativa, riguarda l’abilità nel risolvere problemi e soddisfare bisogni personali come il chiedere favori o avanzare delle richieste;

  • indipendenza, esprime la capacità di resistere attivamente a pressioni e influenze individuali o sociali nella direzione del conformismo, dando voce alle proprie opinioni.

Il tipo di comportamento che viene messo in atto con più frequenza definisce lo stile che prevale in quella persona e che può variare a seconda del contesto (lavorativo, sociale, familiare, sentimentale). Non esistono quindi persone che si comportano sempre in maniera passiva, o aggressiva o assertiva ma è più corretto parlare di persone che tendono ad avere uno stile aggressivo, passivo o assertivo nella maggior parte delle situazioni o in circostanze specifiche come mostrare uno stile passivo nelle relazioni sentimentali ed essere assertivo nell’ambito lavorativo.

Ciò che è importante sottolineare è che non esiste un comportamento assertivo definito in termini assolutistici, applicabile alle diverse situazioni. Per esempio il “silenzio” può essere considerato in alcuni casi un comportamento aggressivo (mostro il mio disappunto non rispondendo al partner), in altri un comportamento passivo (es. subire le umiliazioni altrui) o altresì un comportamento assertivo quando ascolto in un “silenzio di condivisione” il pianto di un’altra persona.

Pertanto occorre considerare il contesto, al variare di questo la persona competente socialmente sa adattare la sua azione e non applica in modo stereotipato un dato comportamento. Il comportamento assertivo infatti è il risultato di un atto intenzionale, ragionato, la persona assertiva sceglie il comportamento da attuare, la persona passiva lo subisce e quella aggressiva mette in atto una reazione più che un’azione.

La personalità assertiva è disposta a mettersi in discussione sia rispetto al contenuto sia al modo con cui comunica, non ha l’obiettivo di evitare il conflitto a tutti i costi ma cerca di integrare le posizioni divergenti tra sé e l’interlocutore in soluzioni che siano per entrambi funzionali al raggiungimento di un obiettivo che soddisfi tutte le parti coinvolte. Essere assertivi vuol dire assumersi la responsabilità del proprio agire. Uno stile di relazione assertivo crea rapporti interpersonali positivi e chiari, basati sulla collaborazione in cui si riesce ad affrontare con efficacia e fiducia anche le situazioni problematiche.


Bibliografia

Giannantonio M. (2010). Mi vado bene? Autostima e assertività. Erikson Editore, Trento.

Pedrotti M. L’assertività. Psicoterapeuti in formazione, 1, 99-120 (2008).