Attacchi di panico: i sintomi, le cause e i possibili interventi

“Da un paio di mesi Carla è molto preoccupata per la sua salute. Si è sempre considerata una donna razionale e determinata, ma da qualche tempo le capita, saltuariamente e “a ciel sereno”, di avvertire una forte sensazione di asfissia, testa leggera e sbandamento, si sente distaccata da se stessa e teme enormemente che prima o poi perderà il controllo di sé”.

Secondo il DSM-V (Manuale diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Quinta Edizione), il Disturbo di Panico è caratterizzato da ricorrenti e inaspettati attacchi di panico. Un attacco di panico viene definito come un periodo di intensa paura o disagio, durante il quale quattro o più tra i seguenti 13 sintomi si sviluppano e raggiungono l’apice in pochi minuti:

  1. Palpitazioni o tachicardia
  2. Sudorazione
  3. Tremori fini o grandi scosse
  4. Difficoltà di respirazione o sensazione di soffocamento
  5. Sensazione di asfissia
  6. Dolore o fastidio al petto
  7. Nausea o disturbi addominali
  8. Sensazioni di vertigine, instabilità, di “testa leggera” o di svenimento
  9. Brividi o vampate di calore
  10. Sensazioni di torpore o formicolio
  11. Sensazione di irrealtà o di sentirsi distaccati da se stessi
  12. Paura di perdere il controllo o di “impazzire”
  13. Paura di morire

Il primo attacco di panico si manifesta quasi sempre durante un periodo in cui tensione e stress sono elevati, come disaccordo con il coniuge o i familiari, la perdita o la malattia di una persona significativa, problemi sentimentali, fattori economici, o pressioni sul lavoro. Tutte queste situazioni aumentano il rischio di sviluppare attacchi di panico, ma perché a parità di situazioni stressanti alcune persone rispetto ad altre hanno più facilmente episodi di panico?

La ricerca psicologica annovera, tra i principali fattori che concorrono nello sviluppo del disturbo di panico, i tratti di personalità. Per personalità intendiamo il modo consueto con cui reagiamo alle situazioni, proviamo emozioni, ci comportiamo. Molti di coloro che soffrono di attacchi di panico si considerano ansiosi, sensibili, emotivi e dicono di preoccuparsi troppo. Queste persone tendono a rispondere ai fattori stressanti con reazioni fisiologiche intense e a concentrare la loro attenzione su queste reazioni, interpretandole in maniera catastrofica. Un soggetto può avere un attacco di panico se percepisce alcune sensazioni mentali e corporee come segnali di un’imminente catastrofe, ad esempio un dolore al petto e l’aumento del battito cardiaco come sintomi di un infarto, il capogiro come indicatore di un prossimo svenimento, uno stato di rilassamento o di stanchezza come lo stare per perdere il controllo di sé e dei propri comportamenti.

Trattamento

Numerosi studi clinici hanno dimostrato che il trattamento elettivo per il Disturbo di Panico è la terapia cognitivo-comportamentale con tassi di risposta di oltre il 70%. I dati della letteratura scientifica internazionale sembrano indicare che l’integrazione della psicoterapia con i farmaci sia talvolta utile, in particolare nella fase acuta del trattamento, ma pone problemi pratici. A lungo andare i farmaci potrebbero minare la fiducia del paziente nel riuscire a superare gli attacchi di panico e i sintomi correlati, soprattutto qualora si attribuisse il miglioramento alle medicine, piuttosto che a sforzi personali fatti usando abilità apprese durante la psicoterapia. Inoltre, l’utilizzo dei farmaci può diventare una modalità per affrontare situazioni altrimenti evitate, questo potrebbe avere a distanza di tempo ripercussioni negative sulla propria autostima.

Quando si considera l’efficacia nel lungo termine, la sola farmacoterapia è gravata da alti tassi di ricaduta, mentre la sola terapia cognitivo-comportamentale è sensibilmente più risolutiva. Per ridurre il rischio di ricadute in quei pazienti che desiderano sospendere il trattamento farmacologico, potrebbe essere auspicabile iniziare la psicoterapia durante il calo del dosaggio.

 

Bibliografia

American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorder (DSM-V). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.

Gragnani A., Paradisi G. & Mancini F. (2011). Un modello cognitivo del Disturbo di Panico e dell’Agorafobia: Aspetti psicopatologici e trattamento. Psicobiettivo, vol 31(3), 36-54.

Perdighe C. & Mancini F. (2013) (a cura di), Elementi di Psicoterapia Cognitiva. Giovanni Fioriti Editore, Roma.

Taylor S., (2005). Disturbi di Panico, in C. Sica (a cura di), Monduzzi Editore.