Il ruolo della vergogna

La vergogna è un’emozione sociale che compare dopo che il bambino ha iniziato a sviluppare la capacità di considerare e valutare il proprio comportamento in base a standard e aspettative esterne. Già Darwin, nell’analisi di tale emozione, aveva affermato che la sua espressione, il rossore, non può essere simulato ma è una comunicazione non intenzionale. Chi arrossisce comunica che si preoccupa di ricevere eventuali valutazioni negative da parte degli altri, ne condivide i valori di riferimento e si dispiace per le proprie inadeguatezze o mancanze.

Per provare vergogna è necessario essere capaci di sperimentare dispiacere e timore al pensiero che possa essere minacciato lo scopo di avere una buona immagine di sé di fronte agli altri (mancata stima da parte degli altri) o di fronte a se stessi (mancata autostima). Tale sentimento è legato al desiderio che gli altri abbiano valutazioni positive su di noi, rispetto a certi aspetti che sono importanti nella nostra vita di relazioni affettive e sociali. Alcuni degli aspetti per cui si vuole essere ritenuti “a posto” possono essere lo status socio-economico, il livello di istruzione, la posizione lavorativa, caratteristiche morali come l’onestà, la determinazione o il senso di giustizia. Da una persona che ammiro molto e di cui vorrei essere amico cercherò probabilmente una stima generalizzata in base ai criteri di simpatia, disponibilità umana, piacere nell’interazione. Dal capoufficio potrei semplicemente voler essere stimato come un collaboratore competente e professionalmente efficiente. L’essere stimato da parte dell’altro dipende dunque da chi è l’altro e da che tipo di rapporto voglio avere con lui.

Ci si può vergognare di cose apparentemente neutre: in una sala affollata ci si può vergognare di passare davanti a tanta gente seduta, anche se è solo per andare al proprio posto; in questo caso perché esponendosi alla vista di molti, si attira inevitabilmente l’attenzione con il rischio di essere valutati negativamente.

Da cosa può nascere lo scopo di voler essere valutati bene da un’altra persona?

Una persona in genere cerca di essere valutata positivamente dagli altri per rendersi “più appetibile” sul mercato delle relazioni sociali. Se però, si è costantemente preoccupati di essere stimati dagli altri, cercando in tutte le azioni, in tutti i comportamenti messi in atto, di piacere all’altro per interagire con lui e ci si vergogna di tutto ciò che si pensa possa non piacergli, senza giudicare il proprio comportamento secondo criteri più autonomi, siamo inevitabilmente emotivamente più vulnerabili. Qui può venire in soccorso l’autostima, cioè come la persona “ritiene” essere, ossia le “proprie” norme e valori estetici e morali che sa di avere. L’autostima è l’altro lato della medaglia che rappresenta la nostra “sicurezza” nell’interazione con l’esterno.


Bibliografia

D’Urso V. (1990) (a cura di). Imbarazzo, vergogna e altri affini. Raffaello Cortina Editore, Milano.