La paura di essere felici

La paura della felicità è molto comune. Sperimentare la felicità, come soddisfazioni sul piano professionale e lavorativo, una relazione appena iniziata che fa svegliare con il sorriso, può attivare delle voci interiori che ci dicono “Io non merito questo”, “Gli altri saranno invidiosi di me e mi odieranno”, “Come farò quando tutto questo sarà finito?”

E così si iniziano a mettere in atto (non consapevolmente) comportamenti per autosabotare ciò che ci sta rendendo felici. Quando il nostro pensiero inconscio è quello di essere rifiutati, abbandonati, non amati, ci comportiamo in modo da costringere la realtà ad adeguarsi alle nostre convinzioni, una profezia che si autoavvera.

Provo ad amare, ma c’è la paura segreta di essere destinato solo a soffrire, così scelgo qualcuno che inevitabilmente mi respingerà, oppure se scelgo qualcuno con cui potrei anche essere felice, demolisco il rapporto chiedendo eccessive rassicurazioni, sfogando una irragionevole ossessività, trasformando le piccole discussioni in delle catastrofi, cercando di controllare il partner attraverso la sottomissione o la dominanza, trovando mille modi per lasciarlo o per farsi lasciare, purché la realtà rispecchi le nostre aspettative, così da poter eliminare tutta quell’ansia che la felicità stava procurando.

Nelle relazioni intime l’ostacolo più grande alla felicità sentimentale è la convinzione di essere predestinato a soffrire. Se non mi sento degno d’amore è difficile credere che qualcun altro mi possa amare, il suo calore e la sua devozione mi confondono, confondono il concetto che ho di me, inizio a pensare che i suoi sentimenti per me non possono essere reali, affidabili e duraturi, il suo affetto per me diventa difficile da credere e da sostenere. Da qui si origina l’autosabotaggio, perché fa paura essere scagliati oltre i limiti di quello che si pensa di essere.

Anche se a livello conscio non c’è l’idea di essere una persona non amabile, la scarsa considerazione che ho di me, agisce come una mina sotterranea che continua a far saltare in aria tutti i tentativi di avviare o portare avanti una relazione.

Capire come la visione profonda di noi stessi influenza le innumerevoli scelte che contribuiscono a creare il nostro destino è alla base per poter modificare l’idea di sé e poter godere a pieno delle situazioni che ci portano a vivere emozioni positive.

Bibliografia 

Branden N. (2013). I sei pilastri dell’autostima.Tea, Milano.